"Se lo sapevo non venivo"
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"Se lo sapevo non venivo"
Voglio sapere se questo uso dell'imperfetto è corretto.
Se lo sapevo non venivo
Grazie.
Se lo sapevo non venivo
Grazie.
2008- Ospite
Re: "Se lo sapevo non venivo"
http://it.wikipedia.org/wiki/Imperfetto_indicativo
Imperfetto ipotetico ed altri usi modali
Spesso, l'imperfetto indicativo può sostituire le forme verbali di altri modi (condizionale, congiuntivo). Questo fenomeno porta gli studiosi a parlare di usi modali dell'imperfetto. Il fenomeno più frequente è indubbiamente l'uso dell'imperfetto nel periodo ipotetico dell'irrealtà:
nella lingua parlata al posto di
Si tratta di un uso che non corrisponde allo standard,
ma piuttosto apprezzato, a seconda del contesto, anche da persone
colte. Corrisponde oramai, almeno nella protasi (frase secondaria che
indica la condizione) all'uso standard nella lingua francese:
Del resto, non si tratta di una semplificazione tipica dell'italiano
parlato moderno: anche nell'italiano parlato secoli fa, l'uso
dell'imperfetto nel periodo ipotetico era comune:
(Niccolò Machiavelli, La Mandragola, secondo atto, quinta scena.)
(Pietro Aretino, La Cortigiana, primo atto, prima scena.)
(Achille Torelli, I mariti, quarto atto, prima scena.)
La costruzione viene generalmente usata per riferirsi al passato, ma
non necessariamente. Anche eventi contemporanei al momento di
enunciazione possono sporadicamente essere indicati con questo uso.
È comunque normale che l'imperfetto possa sostituire con ottimi risultati il condizionale passato anche in altri contesti:
al posto di
In questo caso, pare che l'imperfetto abbia la proprietà di indicare
un evento come solamente potenziale. Nel complesso l'imperfetto
potrebbe essere, tra tutti i tempi dell'indicativo, quello più adatto
ad indicare una semplice possibilità. Bertinetto ricorda come le sue
caratteristiche lo rendano adatto come tempo dell'irrealtà, atto ad
indicare anche gli eventi di un sogno
oppure a descrivere i giochi di ruolo dei bambini:
Imperfetto ipotetico ed altri usi modali
Spesso, l'imperfetto indicativo può sostituire le forme verbali di altri modi (condizionale, congiuntivo). Questo fenomeno porta gli studiosi a parlare di usi modali dell'imperfetto. Il fenomeno più frequente è indubbiamente l'uso dell'imperfetto nel periodo ipotetico dell'irrealtà:
- Se arrivavi in tempo, ti spiegavo tutto con calma
nella lingua parlata al posto di
- Se fossi arrivato in tempo, ti avrei spiegato tutto con calma
Si tratta di un uso che non corrisponde allo standard,
ma piuttosto apprezzato, a seconda del contesto, anche da persone
colte. Corrisponde oramai, almeno nella protasi (frase secondaria che
indica la condizione) all'uso standard nella lingua francese:
- Si tu étais ici, on pourrait jouer ('Se tu fossi qui, potremmo giocare')
Del resto, non si tratta di una semplificazione tipica dell'italiano
parlato moderno: anche nell'italiano parlato secoli fa, l'uso
dell'imperfetto nel periodo ipotetico era comune:
- Se io credevo non avere figlioli, arei preso più tosto per moglie una contadina che non te
(Niccolò Machiavelli, La Mandragola, secondo atto, quinta scena.)
- Dico che, se io non ci veniva, non arei mai, mai creduto ch'ella (questa città) fosse stata più bella di Siena.
(Pietro Aretino, La Cortigiana, primo atto, prima scena.)
- Mia moglie non veniva se non l'accompagnava io...
(Achille Torelli, I mariti, quarto atto, prima scena.)
La costruzione viene generalmente usata per riferirsi al passato, ma
non necessariamente. Anche eventi contemporanei al momento di
enunciazione possono sporadicamente essere indicati con questo uso.
È comunque normale che l'imperfetto possa sostituire con ottimi risultati il condizionale passato anche in altri contesti:
- Perché l'hai fatto? Non dovevi!
al posto di
- Perché l'hai fatto? Non avresti dovuto!
In questo caso, pare che l'imperfetto abbia la proprietà di indicare
un evento come solamente potenziale. Nel complesso l'imperfetto
potrebbe essere, tra tutti i tempi dell'indicativo, quello più adatto
ad indicare una semplice possibilità. Bertinetto ricorda come le sue
caratteristiche lo rendano adatto come tempo dell'irrealtà, atto ad
indicare anche gli eventi di un sogno
- Ho sognato che ero Liz Taylor, che uscivo di casa e poi andavo a fare una crocera.
oppure a descrivere i giochi di ruolo dei bambini:
- Facciamo che io ero il drago e tu eri la fata
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